Tessuto ad effetto di trama, il kilim è tipicamente un tessuto 'a stacchi'. Si ottiene utilizzando, per la trama, fili di diversi colori; ogni filo della trama passa alternativamente sopra e sotto l'ordito, tornando indietro una volta raggiunto il margine estremo dell'area destinata al suo colore (vedi figg. 1 e 2).
Questo fa sì che ad ogni cambio di colore corrisponda una fessura (uno stacco, appunto); per evitare quanto più possibile fessure di grandi dimensioni, che indebolirebbero il tappeto, i motivi con lunghi tratti verticali (vedi fig. 1) non vengono quindi (o vengono raramente) usati.
C'è anche un tipo di kilim senza stacchi in cui, al margine di ogni area colorata, i fili di trama dei due colori 'confinanti' si intrecciano tra loro e con l'ordito (vedi fig. 3) proprio nel punto in cui, altrimenti si sarebbe creata una fessura.
Questa tecnica non viene comunemente usata nei kilim anatolici, mentre è comune nei manufatti provenienti dalla Bessarabia, dalla Georgia e dall'Afganistan.
Va detto che, a fronte di un'indubbia maggiore solidità complessiva del kilim, questa tecnica va a scapito del disegno, che viene in questo modo meno, come dire? marcato.
Per evidenziare maggiormente un particolare motivo geometrico o simbolo, inoltre, nei kilim a stacchi (e soltanto in quelli) è talora presente un 'contorno', ottenuto lasciando 'liberi' uno o più fili di ordito al confine dell'area da incorniciare, ed utilizzando poi un ulteriore filo (a volte doppio), che viene fatto passare sopra e sotto l'ordito rimasto libero (vedi fig. 4).
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