Simbologia |
Nel vasto mondo dei kilim gli anatolici si distinguono da tutti gli altri per la maggiore varietà. Se, tanto per fare un esempio, (attenzione, si tratta di un esempio) i caucasici si potessero raggruppare in cento 'famiglie' di kilim aventi una certa omogeneità per la struttura del disegno o l'accostamento dei colori, gli anatolici andrebbero allora suddivisi in mille, duemila di queste famiglie; eppure, anche in questa grande fantasia di colori e decori, c'è tutta una serie di motivi ricorrenti e tra loro somiglianti: sono, questi, i simboli dell'iconografia anatolica, che le tessitrici utilizzavano per i motivi più disparati.
Tenere lontani pericoli o malocchio dalla propria famiglia, invocare la nascita di un figlio (o la sua guarigione), esprimere la gioia per un evento felice o il lamento per una sventura: probabilmente per molte di queste donne, se non per tutte, la tessitura di un kilim è stata per moltissimi anni, oltre che la produzione di un manufatto avente una precisa funzione, una forma espressiva (e - perchè no? - d'arte) molto importante.
Adesso è diventato molto difficile associare un significato ad ognuno di questi simboli, anche perchè quello che era il loro senso originario si è perso nel corso degli anni; probabilmente - ma questa è soltanto un'ipotesi personale - già da 50/60 anni le donne continuano a tessere i loro kilim ripetendo i motivi utilizzati prima di loro da mamme e nonne, ma senza conoscerne più il senso: una sorta di ripetizione meccanica, in cui l'accostamento di colori e decori non è più dettato da un motivo reale e personale, quanto da uno prettamente estetico (o - tutt'al più - tradizionale).
Qui sotto i simboli più comunemente utilizzati e il loro significato.
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Elibelinde (mani sui fianchi).
Sicuramente il motivo più famoso nel mondo, esso è considerato l'archetipo dei simboli raffigurati sui vecchi kilim. Viene chiamato anchea 'mani sui fianchi', 'dea madre', 'madre terra', e così via; qualcuno vede in esso un simbolo di maternità e fertilità, altri un qualcosa di magico se non addirittura di mistico. Negli scavi di Çatal Hüyük (risalenti ad oltre duemila anni fa) sono stati scoperti dei graffiti con un simbolo molto simile. |
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Koçboynuzu (corna d'ariete).
E', dopo l'elibelinde, uno dei simboli più famosi e più diffusi.
Motivo tipicamente maschile, viene di solito associato a potenza, virilità, fertilità. |
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Bereket (abbondanza, fertilità).
Nato dall'unione dei simboli elibelinde e koçboynuzu, è una rappresentazione grafica di piante e frutti 'multigranati', come orzo, grano, papavero, melagrana, uva...
Il richiamo, ovviamente, è alla fertilità
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Bukagi (catena).
E' la continuità dell'unione familiare, la fedeltà degli amanti e l'augurio di una vita vissuta sempre insieme. |
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Kupe (orecchino).
Sta ad indicare il desiderio di matrimonio. |
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Saçbagi (fermaglio per capelli).
Vedi il simbolo precedente. |
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Akrep (scorpione).
Protezione (in origine protezione dallo scorpione) |
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Ask ve Birlesim (ying-yang).
Arriva dal lontano Oriente questo simbolo, noto col nome Ying-Yang; simbolizza l'armonia fra uomo e donna. |
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Çengel (gancio).
Simbolo contro il malocchio. |
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Muska (amuleto).
Motivo avente la forma di antichi amuleti, creduti possedere un potere magico e/o religioso, in grado di proteggere il possessore da influssi malefici e negativi.
Tutt'ora, nell'Anatolia centrale, non è infrequente trovare, negli scantinati o nelle soffitte delle vecchie case, dei contenitori di forma triangolare (in genere in tessuto) contenenti a loro volta altri piccoli oggetti di forma triangolare
(di carta, stoffa, ecc.). |
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El, Parmak, Tarak (mano, dito, pettine).
Motivo generalmente composto da cinque linee o cinque punti, basato sulla credenza che il numero cinque (il numero delle dita in una mano), serva a proteggere dal malocchio. In realtà, soprattutto nel caso del Tarak (pettine), il simbolo legato alla protezione di nascite e matrimoni, le linee possono essere anche in numero diverso. |
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Ibrik (brocca).
La brocca, in quanto deputata a contenere l'acqua, simbolizza purezza e purificazione.
Usata talvolta come simbolo di gravidanza.
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Kurt agzi (le tracce del lupo).
Nato per proteggere il villaggio dai lupi (ricordiamo che per le popolazioni nomadi e seminomadi il lupo rappresentava una grave minaccia). |
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Haç (croce).
Questo simbolo viene utilizzato contro il malocchio, in quanto ritenuto capace di ridurre il suo potere, suddividendolo in più parti. |
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Yildiz (stella).
Esprime felicità e fertilità.
Oltre alla stella a sei punte, nota anche come il sigillo di Salomone, è presente anche un motivo a otto (o più) punte, molto frequente nei tessuti anatolici. |
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