Parola di origine turca, derivata dal termine infantile 'cici' (carino, giocattolo) più il suffisso possessivo 'im' (mio); si legge gigim.
E' una tecnica a trame aggiunte in cui fili colorati aggiuntivi (generalmente più spessi di quelli utilizzati in trama) si intrecciano con trama ed ordito a formare dei piccoli disegni su di un tessuto piatto, sia esso una tela bilanciata (un tessuto cioè in cui c'è equilibrio - non c'è predominio - fra trama ed ordito), che ad effetto di trama.
La tessitrice si pone di fronte al retro del tessuto; dopo aver passato un filo di trama alternativamente sopra e sotto l'ordito per tutta la larghezza del tappeto, prende un filato di colore (e, generalmente, spessore) diverso e lo passa dall'altro lato (quello di fronte) ad avvolgere due fili di ordito, e quindi indietro, dove lo lascia pendere (per cercare di figurarvi meglio come ciò avviene, immaginate di porvi sul retro degli esempi delle figg.1 e 2).
Questa operazione viene ripetuta per ogni motivo grafico che deve comparire lungo tutta la linea orizzontale, dopodichè nuovamente un filo di trama da lato a lato a 'fissare' il lavoro appena fatto, e così via.
Questi disegni, proprio a causa della tecnica con cui vengono eseguiti, risultano a rilievo rispetto al tessuto piatto, conferendogli così un aspetto 'tridimensionale'; ciò è peraltro anche fonte di confusione, tant'è che molti ritengono il cicim un ricamo.
Benchè questa tecnica venga generalmente usata per produrre piccoli simboli e motivi grafici isolati, non mancano esempi di tappeti, sacche da trasporto (çuval) e bisacce (heybe) prodotti esclusivamente con essa.
Abbastanza simile alla tecnica zili.
|