Sembra che la parola sumak, che indica un tipo di tessitura a trame avvolgenti, derivi da quello della città di Soumac, nel Caucaso meridionale; non è certo, ma senz'altro è possibile.
Il sumak infatti deve tutta la sua fama ai grandi tappeti tessuti in tutto il Caucaso negli ultimi secoli (basti pensare a quelli con il disegno 'a draghi', diventati pressocchè introvabili - e comunque inavvicinabili - dopo l'attacco di follia collettiva che una decina d'anni fa circa li fece diventare richiestissimi - moda?), mentre in Anatolia veniva usualmente usato soltanto come tecnica aggiuntiva (cfr. cicim) per generare piccoli disegni, e soltanto più raramente (e solo in alcune zone dell'Anatolia occidentale) per produrre tappeti.
La tecnica: (vedi fig. 1) la tessitrice avvolge il filo colorato della trama sino a prendere quattro fili d'ordito sul lato anteriore del tappeto, facendolo poi tornare indietro di due fili sul rovescio, quindi ne avvolge ancora quattro, torna indietro di due, e così via (oltre che 4/2 il rapporto tra avvolgimento frontale e posteriore può essere anche diverso: ad esempio 3/1, oppure 2/4 in alcuni sumak anatolici, ecc.).
Questo procedimento viene effettuato, con i filati dei vari colori, per tutta la larghezza del tappeto; il 'ritorno' indietro di questa trama può essere effettuato sia mantenendo la stessa inclinazione che variandola: in questo secondo caso si ottiene un effetto 'a lisca di pesce' (vedi fig. 2).
In alcuni sumak, inoltre, tra un 'avvolgimento' e l'altro di trama viene effettuato un passaggio di trama semplice (una volta sopra ed una sotto l'ordito da un estremo all'altro del sumak) per stabilizzarne la struttura (vedi fig. 3).
Sia l'ordito che la (eventuale) trama di rinforzo strutturale, comunque, vengono totalmente coperti dalle trame avvolgenti che disegnano il sumak.
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